“Edmund Brown” di Simone Toscano

Edmund Brown non è solamente il titolo del romanzo scritto da Simone Toscano – un autore emergente romano che ha deciso di buttarsi in questa avventura durante una giornata di maggio del 2014 -, ma è anche il nome del protagonista che prende vita attraverso la sua penna. Quest’ultimo, fin dalle prime righe, viene presentato come un ragazzo semplice, responsabile e legato a una normalità che lo fa vivere e lavorare come qualsiasi altra persona farebbe. Insomma, nulla da obiettare, almeno fino a quando non si legge questa frase:

Mi chiamo Edmund, ho trent’anni e ho un segreto.

Edmund sembra condurre una vita tranquilla: le sue giornate si dividono tra il lavoro come barista al BJ Restaurant Bar di Castrol e i pranzi dalla tenera nonna Margaret a cui è molto legato. Ma l’apparenza inganna, e il lettore sembra accorgersene man mano che la trama evolve nel suo crescendo. Edmund – per gli amici soltanto Ed – nasconde qualcosa: fin da quando era un ragazzino, deve convivere con delle incontrollabili visioni di morte che coinvolgono le persone che gli stanno accanto o coloro che sfiora semplicemente con un tocco.

A volte ho dei lampi, vedo delle cose. Passo vicino a una persona, e ricevo dei flash dal futuro. Non è sempre chiaro, quello che so per certo è che posso vedere come morirà una persona.

L’interrogativo che Simone Toscano ci propone è evidente: come sarebbe la nostra vita se un bel giorno scoprissimo di avere un potere simile a quello del suo protagonista? Riusciremmo a gestirlo senza esserne sopraffatti? Anche Edmund Brown se lo chiede: ci prova, sembra demordere, ma poi alla fine ci crede, comincia a convincersi che tutto questo possa essere in qualche modo utile. Passa dal percepirlo una maledizione a considerarlo un dono, qualcosa per aiutare le persone come una sorta di missione. Ma prima di arrivare a questo, vive un travaglio personale che lo fa dubitare di ogni cosa, perfino di se stesso. Il suo tormento parte da lontano, da un fatto che non può e non potrà mai lasciarsi alle spalle, ossia la morte prematura dei genitori quando aveva solo dieci anni. Nella tragedia, Edmund trova il modo di sorridere ancora: se da una parte, infatti, l’affetto della nonna lo ha sempre spronato a credere che le difficoltà fortifichino anziché abbattere, dall’altra la conoscenza dell’incredibile Lisa gli farà capire quanto importante sia anche una vita contornata da un po’ di amore.

Se in qualche strano modo, fossi a conoscenza dell’esatto momento in cui quel dato disastro avverrà e fossi l’unica a poter tentare di intervenire anche se questo potrebbe esporti a dei rischi e farti fare delle cose… diciamo così… delle cose che non credevi di poter mai fare… interverresti?

Tutto ha origine quando Ed era ancora piccolo, tra i banchi di scuola, con la visione di morte che coinvolge un suo amichetto. Da lì, il potere che possiede cresce e si sviluppa insieme a lui portandolo in stati di trance che lo fanno entrare in contatto con situazioni che non vorrebbe affatto vedere. È giovane, ma non per questo non incontra malattie, incidenti e vecchiaia. All’inizio è così spaventato da voler evitare di parlarne, consapevole probabilmente del fatto che la sua incapacità di gestire tutto quanto è strettamente collegata a ciò che potrebbero dire le persone che lo circondano. Vorrebbe tanto uscire allo scoperto, ma la paura di sembrare un folle è troppo grande. Cosa fare, però, se la morte riguarda proprio chi non dovrebbe affatto toccare? Il romanzo, d’un tratto, cambia risvolto e la maledizione che da sempre lo ha accompagnato come un ospite indesiderato si trasforma in qualcosa in grado di poter salvare la vita di chi gli sta a cuore.

Il mio era un dono, e non usarlo solamente per paura di quello che poteva mostrarmi era puro egoismo.

Le persone che assistono il protagonista nel suo percorso, insieme alla nonna, sono Big Jym Rodd e Lisa, rispettivamente padre e figlia. Il primo, oltre a essere il titolare del BJ Restaurant Bar, è un uomo piuttosto burbero che non manca di mostrare anche il suo lato più tenero. Come Edmund, ha subito delle perdite importanti. La scomparsa improvvisa del figlio Carl è stata una tragedia così grande da avergli fatto pensare commettere un gesto estremo. Sarà la stessa Lisa a offrire un’ancora di salvezza a entrambi: la sua presenza è come un segno a matita prima leggero e poi sempre più marcato, non solo acquisirà uno spazio sempre più importante nella trama, ma riuscirà a farsi largo perfino nel cuore tormentato di Ed.

Sappiamo che dobbiamo morire dal momento in cui veniamo al mondo; sappiamo che le persone intorno a noi, quelle che fanno parte della nostra routine quotidiana, un giorno usciranno di scena. Ogni voce a noi nota un giorno smetterà di parlare. Ogni cuore smetterà di battere. Sappiamo tutto questo da sempre, eppure quando la morte arriva realmente restiamo stupiti, colpiti e sorpresi; abbiamo l’espressione di chi dice “Così non vale! Non era nei patti!” ma è nei patti da sempre.

Edmund Brown rappresenta il perfetto connubio tra fantascienza, thriller, bildungsroman e legami solidi che non riguardano solamente il protagonista, ma anche le persone che ruotano attorno a lui. Non è un caso che sia un prete fuori dalle righe, il Pastore Richard, a comprenderlo più di tutti, addirittura prima ancora che si capisca lui stesso: in un certo senso, è proprio l’aspetto anormale a mettersi nella condizione di accogliere quel potere fuori dal comune.

Quel prete strano, amato e odiato dalla comunità, che usava un gergo esageratamente strambo, che sembrava un incrocio tra un moschettiere, uno squilibrato e Martin Lutero e che aveva quasi sempre gli occhi arrossati dall’alcool. Era come se quello sguardo potesse entrare dentro di me e finire per illuminare quello spazio della mia mente e della mia anima dove custodivo tutta la verità sul mio dono.

Simone Toscano inserisce tutto questo (e altre tematiche) in una trama che è raccontata in maniera incalzante e decisa, senza troppi fronzoli, attraverso uno stile di scrittura semplice che non manca di dividersi tra serietà e battute di spirito. Sicuramente è il finale quello che sorprende di più, quando subentra anche l’azione e il tutto si colora di consapevolezza, redenzione e coraggio. Mi piace pensare a questo romanzo come a una sorta di traguardo personale: pur non conoscendo l’autore di persona, ho percepito nel suo modo di scrivere un po’ della sua vita, quasi come se quel Edmund Brown: Capitolo 1 contenuto nella storia fosse anche un po’ il risultato della sua volontà, non solamente quella del protagonista.

Lisa si voltò verso di me e mi chiese “Ed, ma il libro che stavi scrivendo? È…” “Uscirà il 10 gennaio, tesoro” la interruppi dolcemente. “E di cosa parlerà?” mi chiese curiosa. “Di me, del mio dono. E’ la storia della mia vita. E ci sei pure tu, biondina”.

L’autore probabilmente non avrà lo stesso dono della sua “creatura” Ed, ma quello che sicuramente possiede è la capacità di aver dato origine a una storia in cui è impossibile non sentirsi coinvolti. L’ambientazione straniera di Castrol non crea un effetto di spaesamento, piuttosto di fascinazione. Se avete bisogno di leggere un romanzo che non vi aspettate e che vi fa chiedere di continuo “adesso chissà cosa succede”, Edmund Brown vi sta decisamente aspettando. 

Voto: 5/5

PAROLE CHIAVE

Destino: entra in gioco per rendere Edmund sempre più consapevole di quello che può fare con il suo “dono”, soprattutto in relazione agli altri. Ma anche per il fatto che, nel dipanarsi della storia, è il caso a muovere gli accadimenti dei personaggi.
Punizione/dono: il grande interrogativo che abita la mente di Edmund Brown. Fino a che punto una visione può essere considerata qualcosa di positivo? Nei suoi panni, avremmo reagito nella stessa maniera? Questa storia è in grado di far riflettere il lettore sul suo livello di versatilità a certi problemi. Ma come spesso accade anche oggi, sono proprio quelle difficoltà che tendiamo a classificare come “punizioni” a renderci speciali.
Divisione: la trama sembra quasi divisa in due. Nella prima parte, il protagonista Ed si trova a fare i conti con qualcosa che sembra non volere, mentre nella seconda, complice anche l’appoggio delle persone che ha accanto, il suo “dono” diventa il motore che muove ogni suo gesto.
Temi: questo libro è in grado di convogliare su di sé un gran numero di tematiche, dalla morte alla malattia, dagli abusi agli inganni, dalla giustizia all’amore (in tutte le sue sfumature).
Metalibro: anche in questo caso, la presenza di un libro nel libro non fa altro che rendere la trama ancora più interessante. Simone Toscano scrive di Edmund Brown nello stesso modo in cui anche Ed sente il bisogno di scrivere di se stesso con quel libro che prende vita una notte aprendo Word.

PER SAPERNE DI PIÙ

Titolo: Edmund Brown
Autore: Simone Toscano
Editore: Youcanprint Self-Publishing
Lunghezza: 160 pagine
Prezzo: 10 euro
Trama: Come vive un uomo costretto a sapere, a volte anche con decenni di anticipo, come e quando moriranno le altre persone? Com’è stare in ufficio, passare un documento al collega di fianco, e di colpo cadere in trance e vedere la morte futura di quell’uomo? Assistervi impotente, come in un orribile incubo. Prevedere come morirà il prossimo; se di una morte violenta, se di una malattia. Se ancora giovane, se molto vecchio. Come si può vivere con un oscuro segreto del genere senza impazzire? Senza cercare aiuto? Tutti cercano di non pensare alla morte, di ingannare le proprie esistenze con un giusto mix di impegni e felicità, cercando il più possibile di non pensare all’inevitabile momento in cui la fine arriverà per loro stessi o per le persone a loro care. Tutti, tranne Edmund Brown. Edmund Brown vive nella piccola comunità di Castrol, dove lavora come barista/barman alle dipendenze del burbero Jym Rodd. Ha 30 anni e convive con le agghiaccianti “visioni di morte” da quando era bambino. Ma la fragile barriera di normalità che ha costruito attorno al suo segreto sta per crollare.
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