
Ho conseguito una laurea Magistrale in Culture Moderne Comparate con una tesi in Letteratura inglese sul fenomeno dell’alternate history (La storia alternativa e le virtualità del passato: Quando Hitler ha vinto la Seconda guerra mondiale), e precedentemente mi sono laureata triennalmente in Lettere moderne con un lavoro storico-artistico sull’arte degenerata e desiderata durante il Terzo Reich (L’estetica nazista tra imperfezione e bellezza: arte degenerata e trafugata).
Insieme agli studi ho sempre coltivato la passione per la lettura e la letteratura; da anni gestisco il blog La Stanza 101 in cui mi occupo di recensioni, consigli ed esperienze culturali. Grazie a questa attività, riesco a collaborare con diverse case editrici e autori emergenti.
Nel 2019 ho avuto il piacere di partecipare come relatrice a un convegno dedicato agli pseudonimi maschili utilizzati dalle donne nella letteratura e in altre discipline (“Storie di Donne: intelligenze all’ombra degli pseudonimi maschili”). Il 25 maggio 2020 ho pubblicato anche il mio primo libro: Quando Hitler ha vinto la Seconda guerra mondiale (Calibano – Prospero Editore), un saggio che esplora il concetto del “cosa sarebbe successo se” applicato al secondo conflitto mondiale.

La Stanza 101 è un nome liberamente ispirato a 1984 di George Orwell: ho cercato di vedere la celebre frase «Ci incontreremo là dove non c’è tenebra» sotto un’ottica differente, interpretandola più come una direzione da seguire anziché una minaccia. Per me la “luce” non è quella accecante che opprime Winston Smith durante l’atto di tortura orchestrato dal Grande Fratello, ma ciò che viene a galla e scaturisce analizzando certi elementi contenuti in un testo.
Si mormorava anche dell’esistenza di un libro terribile, una sorta di compendio di tutte le eresie, di cui Goldstein era l’autore e che circolava in copie clandestine. Non aveva titolo. Per la gente era, semplicemente, il libro.
Con il tempo ho compreso che dietro un romanzo c’era un lavoro molto più complesso del semplice scorrere di pagine e parole, ma qualcosa che andava scandagliato e sezionato a fondo. Penso che un libro non sia mai semplicemente un libro.