Letture “da paura” per Halloween

C’è il racconto e poi c’è il modo di raccontarlo. Ma anche il luogo in cui si racconta e il momento. A ben pensare dentro tutta la teoria dei generi letterari c’è sempre un dato, un carattere ereditario indotto che dipende dal dove, dal come e dal perché. Sembrerà una banalità, ma leggere Poe di giorno o di notte cambia, e cambia anche a leggerlo in un pomeriggio uggioso piuttosto che in riva al mentre ci si arrostisce sotto alla canicola. Quindi c’è la voce con cui si legge: ogni lettore ha dentro un altro lettore parlante, un fantasma di se stesso che, come un estraneo che sbircia il giornale mentre lo leggete in treno o al parco, bisbiglia la pagina che avete davanti agli occhi. Bene, a seconda del tipo, o del genere, di racconto che state leggendo, quella voce cambia.

Nell’introduzione a Racconti di Halloween – antologia che raccoglie diversi autori che hanno scritto storie “per non dormire” -, Marcello Fois si sofferma sull’importanza della narrazione per indurre nel lettore un senso di paura e mistero (elementi alla base, non a caso, della letteratura dell’orrore). Anche la creazione del contenuto vero e proprio deve seguire un vademecum e possiede un ruolo fondamentale. La regola è solo una (e all’apparenza anche scontata): il “buon racconto di paura” necessita, per prima cosa, di fare paura; per raggiungere questo stato d’animo, uno dei mezzi è senz’altro la scompaginazione del nostro spazio nel macrocosmo che ci circonda. In poche parole: ricreare “quell’angoscia ancestrale del passaggio tra luce e tenebra”, senza dimenticare di problematizzare quei conflitti interiori a cui non si trova soluzione. Dei sentimenti che sfiorano il “sublime” e che ho provato a discernere, nel corso del tempo, anche attraverso alcuni degli articoli “a tema” che ho pubblicato sul mio blog:

Il ritratto ovale: arte e terrore

La leggenda di Halloween: dolcetto o scherzetto?

Dracula: un moderno romanzo del terrore

Ma “Dentro la maschera”, cosa si nasconde?

“L’altra metà delle fiabe” a cura di Antonella Castello

“La ragazza che levita”: Alice nel Paese degli Orrori

Meyrink esoterico

Racconti d’ottobre con Ray Bradbury

“La rovina della casa degli Usher”: una maledizione di famiglia

Moundshroud e “L’Albero di Halloween”

“Frankenstein” di Mary Shelley: dalla notte di Villa Diodati all’immortalità

Destreggiarsi tra le letture durante i mesi autunnali significa anche fare i conti con la notte più spaventosa dell’anno. Cosa leggere ad Halloween – contrazione di All Hallows Eve (la notte di Ognissanti) – non è solo una questione che riguarda l’esplosione di queste fascinose tematiche (che, se fosse per me, potrebbero durare anche tutto l’anno), ma anche la necessità di lasciarsi abbandonare a un vero e proprio rituale che congiunga libri e un’atmosfera perfetta. Gli ingredienti sono semplici, ma molto efficaci: il buio di una stanza illuminata dalla flebile fiamma di una candela, una solitudine interrotta da qualche spaventoso scricchiolio, la notte fredda e buia (meglio ancora se tempestosa) del mondo esterno. Il resto è compito delle storie – racchiuse in romanzi, racconti o semplici poesie – e i protagonisti che le abitano: vampiri, defunti che non hanno trovato pace, fantasmi, ma anche castelli diroccati, ambientazioni a metà tra il reverenziale e il seducente, case disabitate e oggetti inaspettatamente animati. Gli autori che sono stati in grado di creare delle storie da brivido sono davvero moltissimi, ognuno con il suo modo di suggestionare il lettore e di scavare nell’inquietudine dell’animo umano. Qui di seguito – come un calderone che mescola tra loro generi come l’horror, la fiction gotica e il thriller – ecco un elenco di scrittori e testi da assaporare in questi giorni che anticipano la notte del 31 ottobre (e, perché no, anche per tutto il periodo autunnale).

Edgar Allan Poe
Tutti i racconti del mistero, dell’incubo e del terrore (Newton Compton Editori):
“Non c’è racconto degno di questo nome se dalla prima parola non suscita l’interesse del lettore che deve giungere all’ultima riga per comprendere la soluzione finale”, scriveva Baudelaire. Tutte le opere di Poe presenti in questa raccolta possiedono una simile caratteristica. Il lettore che, anche solo per caso, si lasci attirare dalla prima parola, non può più tirarsi indietro ed è costretto a proseguire. In questo volume è raccolta la migliore produzione di Poe, da “Ligeia” a “La mascherata della morte rossa”, da “I delitti della via morgue” a “Lo scarabeo d’oro”. Nei suoi racconti l’analisi e il ragionamento si fondono con l’immaginazione visionaria, creando capolavori indimenticabili nei quali il macabro s’allea col delitto, l’incubo con la follia, l’amore con la morte.
Il corvo e altre poesie (Feltrinelli):
Un’antologia dell’opera poetica di Poe – venti liriche che coprono tutto il ventennio o poco più della sua attività -, dalle prime prove agli ultimi capolavori. Liriche apprezzate tra l’altro da Baudelaire, Valéry, Mallarmé, e che hanno ispirato artisti come Gustave Dorè. In appendice “La filosofia della composizione”, che ricostruisce il processo creativo del “Corvo” e che al contempo delinea i tratti fondamentali dell’estetica di Poe.

Montague Rhodes James
La casa delle bambole infestata e la Mezzatinta (ABEditore):
“La casa delle bambole infestata” (“The Haunted Dolls’ House”), scritto nel 1922 e pubblicato per la prima volta su The Empire Review nel febbraio del 1923, fu offerto in dono alla biblioteca della celebre casa delle bambole della regina Mary, consorte di Giorgio V. Tuttavia James, diversamente da altri autori che contribuirono con le loro opere in miniatura ad arricchire la collezione reale, non cedette il copyright alla regina, e un paio di anni dopo il racconto fu inserito in “A Warning To The Curious” (1925). In questa raccolta il testo è accompagnato da una nota, nella quale l᾽autore stesso si scusa del fatto che la storia sembri ricalcare quella di uno dei suoi più vecchi racconti dal titolo “La mezzatinta” (“The mezzotint”), che può leggersi nella prima raccolta “Ghost Stories of an Antiquary” pubblicata nel 1904. Nella presente edizione annotata si offrono entrambi i racconti, così che il lettore possa agevolmente cogliere punti di contatto e differenze fra i due e avere l᾽occasione di approfondire, grazie all’apparato di note che accompagna i testi, alcuni aspetti interessanti di queste due opere di M.R. James, studioso e narratore tanto apprezzato da H.P. Lovecraft.

Shirley Jackson
La ragazza scomparsa (Adelphi):
Il mondo di Shirley Jackson in miniatura: tre racconti, uniti dal brivido di scoprire che l’orrore di cui leggi sta capitando a te.
Abbiamo sempre vissuto nel castello (Adelphi):
“A Shirley Jackson, che non ha mai avuto bisogno di alzare la voce”; con questa dedica si apre “L’incendiaria” di Stephen King. È infatti con toni sommessi e deliziosamente sardonici che la diciottenne Mary Katherine ci racconta della grande casa avita dove vive reclusa, in uno stato di idilliaca felicità, con la bellissima sorella Constance e uno zio invalido. Non ci sarebbe nulla di strano nella loro passione per i minuti riti quotidiani, la buona cucina e il giardinaggio, se non fosse che tutti gli altri membri della famiglia Blackwood sono morti avvelenati sei anni prima, seduti a tavola, proprio lì in sala da pranzo. E quando in tanta armonia irrompe l’Estraneo (nella persona del cugino Charles), si snoda sotto i nostri occhi, con piccoli tocchi stregoneschi, una storia sottilmente perturbante che ha le ingannevoli caratteristiche formali di una commedia. Ma il malessere che ci invade via via, disorientandoci, ricorda molto da vicino i “brividi silenziosi e cumulativi” che – per usare le parole di un’ammiratrice, Dorothy Parker abbiamo provato leggendo “La lotteria”. Perché anche in queste pagine Shirley Jackson si dimostra somma maestra del Male – un Male tanto più allarmante in quanto non circoscritto ai “cattivi”, ma come sotteso alla vita stessa, e riscattato solo da piccoli miracoli di follia.

Ivan Pissilenko
Nosferatu (Edizioni Clandestine):
La trasposizione in romanzo del celebre capolavoro cinematografico degli anni ’20 di Frederick Wilhelm Murnau ci presenta il terribile personaggio del conte Orlok, una versione dell’antico vampiro ancor più spaventosa di quella di Dracula. Il giovane Hutter, nel ruolo di sensale, si ritrova costretto a viaggiare per lavoro fino ai Carpazi, in Transilvania, per incontrare un suo misterioso cliente, il conte Orlok, che nessuno ha ancora mai visto di persona. Ignorando le superstizioni narrate con timore e reticenza dagli abitanti del villaggio che non osano avvicinarsi alle terre del conte chiamando quel luogo “la valle dei fantasmi”, Hutter giunge al castello del suo cliente. Il vecchio nobile si mostra fin da subito cortese, ma è alquanto sinistro, e ben presto Hutter viene colto da una forte inquietudine e, isolato in quel luogo sovrannaturale, comincia a temere che il castello sia davvero posseduto dalle forze oscure.

Mary Shelley
Metamorfosi e altre storie gotiche (La Vita Felice):
Consegnata all’eterna fama da Frankenstein ovvero il moderno Prometeo, la sua opera più famosa, Mary Shelley scrisse anche altri romanzi e una serie di racconti meno conosciuti, nei quali la scrittura si addentra nei territori del macabro, del sinistro, del soprannaturale. In “Metamorfosi” Guido protagonista della storia, dopo aver sperperato tutto il proprio patrimonio ritorna a casa con la pretesa di prendere in moglie l’angelica Giulietta, incontrando però l’opposizione del padre della giovane. Furioso per il divieto impostogli, egli sfoga tutto il suo temperamento irascibile e viene così bandito. Medita vendetta, finché, nel mezzo di una terribile tempesta riceve la sua occasione. Una misteriosa creatura emerge dal mare impetuoso, un nano deforme dagli occhi strabici, i lineamenti distorti e un corpo dissestato: gli fa un’offerta che non può rifiutare. Guido scambierà la sua identità con lui per un baule colmo di tesori, ma nel vendere la sua anima commetterà un fatale errore: dopo tre giorni il mostro non si ripresenterà come pattuito rischiando di divenire il suo doppio per sempre. Altri due racconti accompagnano “Metamorfosi”, “Il Mortale Immortale” e “Il Malocchio”, completando così questa piccola perla letteraria, esaltandone la maestria, la perfezione e la forza creativa – già note – dell’autrice e risultando un autentico capolavoro della letteratura gotica.
Frankenstein (Lindau):
La prima edizione critica in lingua italiana del classico moderno di cui si celebra quest’anno il bicentenario della pubblicazione (1818, originariamente anonima), annotata e collazionata in apparato con il testo dell’ultima edizione (1831). Fornita di ampio commento, questa edizione rappresenta un «punto fermo» nella vicenda del capolavoro maryshelleyano in Italia. Interviene infatti a colmare, in termini di leggibilità e di approfondimento, una reale mancanza dell’editoria del nostro paese: troppe edizioni, tutte in varia misura lacunose e approssimative, che hanno in buona misura condizionato – fino ad oggi – la fortuna di questo capolavoro.

H.P. Lovecraft 
L’orrore di Dunwich (Demetra):
Come mai un quindicenne alto quasi tre metri cerca disperatamente il libro proibito di un folle arabo?
Tutti i racconti (Mondadori)
Tutta la potenza creativa di Howard Phillips Lovecraft, un “Edgar Poe cosmico” che ben prima della Beat Generation ha offerto un radicale esempio di insofferenza per la visione conformista del reale espressa dalla società del suo tempo, si sprigiona da questo volume che ne raccoglie l’intera produzione. Oltre a tutti i capolavori, infatti, sono qui presenti i racconti giovanili e quelli scritti in collaborazione. Le traduzioni sono state capillarmente controllate sui testi dei manoscritti originali o delle prime edizioni americane, oppure su quelli confluiti nell’edizione definitiva preparata da S.T. Joshi per Arkham House. Fiorito negli anni a cavallo tra le due guerre, tra la ruggente età del jazz e la Depressione, Lovecraft ha esercitato un’influenza duratura su scrittori come Cocteau e Borges e tuttora affascina i lettori grazie a quella che il suo primo antologista italiano, Carlo Fruttero, ha definito una “prosa densa e aristocratica”. Narratore di sogni e dell’inconscio, uomo posseduto dai suoi stessi incubi, più che a Poe Lovecraft è assimilabile a Kafka per il modo in cui ha saputo dare corpo con le parole alle angosce del suo tempo. Viaggiando con la pura forza del pensiero attraverso le galassie, egli scopre – e svela ai lettori – quanto l’universo sia luogo di meraviglie e nello stesso tempo di totale mancanza di senso. Le forze cosmiche non sono maligne, sono, leopardianamente, indifferenti.
Cthulhu: I racconti del mito (Mondadori)
Il più celebre nucleo dei racconti di Lovecraft, tra fantasy, horror e science fiction, dedicati agli antichissimi culti di divinità blasfeme, sorti quando la Terra era giovane e abitata da razze giunte dalle stelle.

Joseph Sheridan Le Fanu
Carmilla (Feltrinelli):
Carmilla, la prima vampira della storia della letteratura, e il dottor Hesselius – medico e metafisico tedesco -, il primo detective dell’occulto, sono i due principali protagonisti di questa raccolta di storie “gotiche”. Un testo chiave, la cui influenza sarà fortissima in tutta la letteratura del Novecento sui fantasmi. Tè verde (1869) è il racconto del reverendo Jennings che, dopo la lettura di “certi volumi antichi, edizioni tedesche di testi in latino medievale”, mentre torna a casa con l’omnibus, vede comparire una misteriosa scimmia, che da quel momento in poi, tra improvvise sparizioni e scoraggianti ricomparse, continuerà a seguirlo fissandolo con bramosia maligna. Il giudice Harbottle (1872) è la funesta cronaca della nemesi piombata su Mr Harbottle, uomo malvagio e corrotto. Carmilla (1871-1872), infine, il più famoso dei racconti di Le Fanu, narra le astuzie e i languori della vampira Carmilla. Le storie di questo volume non sono paurose perché fantastiche, bensì paurose perché vere: riflessi del nostro essere, voci della nostra coscienza, proiezioni della nostra angoscia, immagini duplicate del nostro volto inquietante. Le Fanu ci invita a guardare nello specchio del reale con la consapevolezza che quanto vedremo non sarà la verità, ma una sua ombra confusa, il riflesso baluginante di qualcosa che sfugge al controllo della ragione.

Ann Radcliffe
L’italiano ovvero il confessionale dei penitenti neri
(Mondadori):
Napoli, 1764: Vincenzo di Vivaldi ed Elena di Rosalba, giovani innamorati dall’animo semplice e puro, vedono il loro sogno d’amore contrastato dalla perfida marchesa, la madre di lui, che non ritiene la ragazza all’altezza della sua nobile e ricca famiglia. Ad aiutare la malvagia donna nel tessere la sua trama è il diabolico monaco Schedoni, uno dei personaggi più riusciti della Radcliffe: è lui “l’italiano” che dà il titolo al romanzo, losco figuro dal passato ambiguo, di nobili natali ma caduto in disgrazia dopo essersi macchiato di un’orribile colpa. Discendente del Satana ribelle di Milton e fratello dei Masnadieri di Schiller, Schedoni è diventato in breve prototipo di tutti gli antagonisti del romanzo gotico e oltre. Tra atmosfere cupe e spaventose, colpi di scena, misteri inspiegabili, terribili prove cui sono sottoposti i personaggi, si dispiega una trama che a suo tempo conquistò tantissimi lettori in Inghilterra contribuendo al diffondersi della nuova sensibilità romantica. Con un saggio di Mario Praz. Introduzione di Alessandro Gallenzi.
I misteri di Udolpho (BUR)
Considerato l’archetipo del romanzo gotico, “I misteri di Udolpho” fu pubblicato nel 1794, anno dell’ascesa e della caduta di Robespierre. Sull’apparente struttura del racconto di formazione femminile, Ann Radcliffe modella un percorso attraverso gli spazi sublimi del terrore, nei quali l’eroina si smarrisce in una vertigine noir che la conduce oltre i limiti della ragione e della natura. Nella Francia del 1584 la giovane e sensibile Emily St. Aubert, rimasta orfana di entrambi i genitori, viene rinchiusa dalla zia Madame Cheron e dal suo compagno, il perverso zio Montoni, nel tenebroso castello di Udolpho, sugli Appennini. Solo dopo una convulsa serie di avvenimenti agghiaccianti Emily riesce a riacquistare la libertà e a ricongiungersi con il suo innamorato, Valancourt. L’introduzione al romanzo di Viola Papetti, oltre a definire il genere gotico, racconta come la “debole mano” di Ann Radcliffe sia riuscita a trasfigurare il castello di Udolpho in una perfetta e animata macchina del terrore.

John Polidori
Il vampiro (Edizioni Clandestine):
L’incontro tra Aubrey, un giovane e ricco gentiluomo inglese, impregnato di ideali di purezza e onore, e Lord Ruthven, un aristocratico dallo sguardo magnetico e dal carisma indiscusso, sembra sancire l’inizio di una reciproca amicizia. I due intraprendono così un viaggio che doveva avere la Grecia come meta finale. Ma già a Roma, il comportamento dissoluto del compagno, induce Aubrey a proseguire in solitudine. Ad Atene, si innamora di Ianthe, una bella ragazza del luogo che gli racconta la leggenda, famosa in tutta la Grecia, dei vampiri. Quando la giovane muore in circostanze misteriose, tutti si mostrano certi che il colpevole sia proprio un vampiro. A seguire, un’escalation di misteri e macabre scoperte su Lord Ruthven, che si rivelerà capace di crimini atroci e riprovevoli bassezze. Un capolavoro, nato da una collaborazione fra la genialità di Lord Byron e l’invettiva di John William Polidori, che farà restare il lettore con il fiato sospeso.

Horace Walpole
Il castello di Otranto (Mondadori):
Edito per la prima volta nel 1764, «Il castello di Otranto» è il primo esempio di romanzo gotico. Inaugura quel gusto per un Medioevo notturno e sepolcrale, popolato di terrificanti fantasmi e di eventi prodigiosi che influenzerà profondamente tutta la letteratura europea. Scriveva Walpole: «Le visioni sono sempre state la mia terra e, lungi dall’essere invecchiato abbastanza da questionare sulla loro vacuità, sono prossimo a credere che non ci sia saggezza più grande di scambiare ciò che chiamiamo la realtà della vita con i sogni. Antichi castelli, antichi quadri, antiche storie e le chiacchiere degli anziani ci riportano a vivere in secoli passati che non possono deluderci». Con uno scritto di Walter Scott.

Ray Bradbury
Paese d’ottobre (Mondadori):
Mentre creava le “Cronache marziane”, Bradbury scrisse anche una serie di novelle ambientate nei luoghi della sua infanzia, le piccole cittadine dell’immutabile Middle West agricolo. E a queste ‘cronache terrestri’ diede il titolo di “Paese d’ottobre”, perché in ottobre la luce del sole declina facendo sfumare gli oggetti quotidiani tra le ombre ed è allora che, dietro le apparenze più comuni, ci è dato di vedere il fatto straordinario che spalanca la possibilità di realtà misteriose e di mondi diversi, nascosti dietro la facciata sonnacchiosa della provincia americana.
L’albero di Halloween (Mondadori):
Nella serata che precede Ognissanti qualcosa di stupefacente è accaduto: un enorme albero è apparso, e dai suoi rami pendono centinaia di zucche. Zucche in cui sono intagliati sorrisi inquietanti che fissano otto ragazzini. È la notte di Halloween e ognuno di essi indossa una maschera ma… Dov’è finito Pipkin? Scortati da Sudario, una guida davvero particolare, i ragazzini partono alla ricerca dell’amico.

William Beckford
Vathek (Skira):
“Vathek” vede la luce, in lingua francese, quando l’autore aveva ventun anni. L’opera narra la storia del califfo Vathek, di sfrenata ambizione e inappagato dai piaceri che la vita permette a un buon musulmano. Vathek praticherà il delitto, la magia nera, l’occulto, il sacrificio, l’offerta alle potenze del male e, attraverso tali rituali ,conquisterà con la donna amata il Regno del Fuoco Sotterraneo. Regno che si rivelerà essere quello della loro eterna disgrazia. Il testo è percorso da invenzioni fantastiche e magnifiche, che leggono il meraviglioso e l’orribile con medesima eleganza e grazia. Questa edizione presenta il romanzo eponimo e i sette episodi che completano la narrazione Beckfordiana, alla maniera delle “Mille e una notte”.

Bram Stoker
Dracula (Mondadori):
Mi stava vicino, lo vedevo da sopra la spalla, ma nello specchio non si rifletteva! In Transilvania per concludere la vendita di una casa londinese al Conte Dracula, discendente di un’antichissima casata locale, il giovane agente immobiliare Jonathan Harker scopre che il suo cliente è una creatura di mistero e orrore… Dracula, archetipo delle infinite storie di vampiri narrate dalla letteratura e dal cinema, mette in scena l’eterna lotta tra il Bene e il Male, ma anche tra la ragione e l’istinto, tra le pulsioni più inconfessabili e il perbenismo non solo vittoriano. Una storia scaturita dall’inconscio ed entrata in tutti i nostri incubi.
La tana del serpente bianco (Nero Press):
Quando Adam Stalton viene richiamato dal nonno nel Derbyshire, in Inghilterra, non può immaginare con quali oscuri e intriganti misteri dovrà confrontarsi. Cosa celano dietro i loro inspiegabili comportamenti l’algida e sensuale “vicina di casa” Lady Arabella o l’oscuro ed enigmatico Sir Edgar Caswal? Dalle leggende druidiche ai riti vodoo, dagli studiosi dell’occulto alle creature infernali, in questo libro ci sono tutti gli ingredienti che hanno reso grande il nome di Stoker.

Barbara Comyns
La ragazza che levita (Safarà Editore):
Cresciuta nel sud di una Londra d’età edoardiana, Alice Rowlands desidera romanticismo e avventura, e la liberazione da una vita triste, restrittiva e solitaria. Suo padre, un sinistro veterinario, è brutale e sprezzante; la sua nuova ragazza sfacciata e lasciva; i pochi amici bizzarri e sfuggenti. Alice cerca rifugio nei ricordi di una madre perduta e nelle fantasie di un indistinto desiderio d’amore, e nella fioritura di ciò che lei percepisce come un potere occulto da nascondere a tutti i costi. Una serie di inesplicabili eventi la porterà a un epilogo di terribile trionfo, durante il quale sarà chiamata a svelare suo malgrado il suo eccezionale potere segreto.

Honoré De Balzac 
La pelle di zigrino (Garzanti):
Un giovane ambizioso, fragile e idealista, è spinto al suicidio dalla miseria e da una passione infelice. Dopo aver speso i suoi ultimi denari alla roulette si ritrova in una bottega d’antiquario, dove uno sconosciuto dai tratti demoniaci gli offre in dono un talismano, la pelle di zigrino, che potrà esaudire ogni suo desiderio ma si restringerà ogni volta che ne verrà esaudito uno, mentre la vita del giovane diventerà sempre più breve. Il talismano, come ogni dono diabolico, mostra ben presto il suo terribile potere. È il Balzac più fluviale e visionario che si mostra in queste pagine, in cui le disgressioni filosofiche si succedono a notazioni naturalistiche, in un’ansia enciclopedica che prelude al romanzo di idee novecentesco.

Anna Katharine Green
Il sentiero degli uomini perduti (Nero Press):
Quando l’ispettore Gryce confida ad Amelia Butterworth le sue preoccupazioni circa la scomparsa di diverse persone su quello che viene chiamato Sentiero degli uomini perduti, la donna capisce subito che si tratta di una muta richiesta d’aiuto. Caso vuole che, proprio nei pressi del famigerato Sentiero, sorga casa Knollys, dove vivono i tre figli di una vecchia amica di Amelia, ormai defunta. Così Miss Butterworth decide di recarsi dai Knollys per incontrare Loreen, Lucetta e William. Immediatamente, però, capisce che qualcosa non va. Lo scorbutico William la tratta con astio e sufficienza, Lucetta sembra aver paura della sua stessa ombra, mentre Loreen appare fin troppo fredda e distaccata. Il vicinato non è da meno in fatto di stranezze, sono in molti a destare sospetti. Nei pochi giorni di permanenza nella casa, Miss Butterworth dovrà venire a capo del mistero che ammanta non solo il Sentiero degli uomini perduti, ma anche quella casa così misera e abbandonata a se stessa, dove, a notte fonda, si odono strani rumori, scricchiolii e voci sussurrate.

Hodgson, Howard, Lovecraft, Quinn & Wellman
Gli indagatori dell’incubo (Newton Compton Editori):
Cinque casi del soprannaturale risolti dai maestri dell’orroreHodgson, Howard, Lovecraft, Quinn, Wellman.

Elizabeth Gaskell
Il racconto della vecchia balia (ABEditore):
“Il racconto della vecchia balia” è uno scritto breve pubblicato nel 1852 in una raccolta dallo stesso titolo. Pare addirittura che lo stesso Charles Dickens volesse vederlo concluso, esortando l’autrice Elizabeth Gaskell a completarlo. La balia del racconto narra a dei giovani ascoltatori la storia della piccola Rosamond che, rimasta orfana, viene affidata alle cure di lontani e anziani parenti i quali, nel freddo della loro vecchia dimora, si dicono disponibili a prendersi cura di lei. Ma c’è un segreto misterioso che riguarda la storia familiare all’origine delle spettrali incursioni notturne di uno spirito bambina e del lugubre quanto minaccioso suono di un organo che riecheggia nell’ala est del nobile maniero nelle notti più tempestose. Esso appartiene a una tragica vicenda familiare che si è consumata molti anni addietro. Gaskell trasporta il lettore in una storia di fantasmi della vecchia Inghilterra, tra magioni infestate, paesaggi innevati, famiglie maledette e spettri che si aggirano per la brughiera. Un racconto “classico” in tal senso, rappresentativo di un genere tanto apprezzato quanto diffuso.

Nota bene. È impossibile mettere d’accordo tutti su quali siano i migliori libri che rispondono a questo genere. Altrettanto difficile riportare tutti gli autori che l’hanno reso grande (e continuano a vivificarlo nel contemporaneo). I nomi e i titoli sopracitati rispondono a una mia personale preferenza; ogni lettore ha il suo modo di approcciarsi a questa festa dalla storia straordinaria e niente affatto scontata (che, se vuoi, puoi scoprire qui). Come ha scritto Stephen King, Halloween «è il giorno in cui ci si ricorda che viviamo in un piccolo angolo di luce circondati dall’oscurità di ciò che non conosciamo. Un piccolo giro al di fuori della percezione abituata a vedere solo un certo percorso, una piccola occhiata verso quell’oscurità.» Per questo sono curiosa di conoscere anche le storie “da levare il sonno” proposte da voi.

TI PROPONGO DUE (ULTERIORI) LETTURE A TEMA

True Halloween 

True Halloween 2

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