La “Breve storia dell’alchimia” da conoscere

Cos’è l’alchimia? Quando è nata? Quali sono i principali elementi che la descrivono? Chi ne ha costituito la storia?

Per rispondere a queste domande – e anche per immergersi in un tema piuttosto enigmatico e affascinante – non bisogna farsi sfuggire Breve storia dell’alchimia, un saggio scritto dallo studioso Stefano Valente e pensato soprattutto per chi è interessato ad approfondire la disciplina alchemica nelle sue accezioni storiche, sociali e culturali. Questo testo è un perfetto vademecum per chiunque voglia addentrarsi in un fenomeno piuttosto dibattuto ancora oggi, a distanza di  diversi secoli: “limitarsi a una serie di liste, di elenchi – seppure motivati con fondati criteri – finirebbe per trasmettere un messaggio anch’esso evanescente, a tratti forse descrittivo, ma circoscritto alla mera enumerazione”, da qui la necessità di parlarne in maniera documentata (ma tutt’altro che noiosa).

Alcuni l’hanno considerata una vera e propria scienza, altri una pratica incomprensibile e da tacciare; la verità è che dietro l’alchimia si staglia un mondo molto più complesso e intrigante del semplice processo di trasformare metalli vili in oro. Ha affascinato personaggi più o meno illustri e ha attraversato secoli, tant’è che se ne parla ancora oggi attraverso libri e approfondimenti culturali di vario genere. Stefano Valente – glottologo, lusitanista e studioso delle lingue e letterature ibero-romanze – racchiude in un centinaio di pagine la storia di un fenomeno che dalle sue origini arabe si è poi esteso fino all’Occidente (perfino in Italia, a Roma), passando per epoche intense quali il Medioevo, il Rinascimento e l’Illuminismo. Nei dodici capitoli che compongono il libriccino vengono citate diverse personalità: Ermete Trismegisto, Marsilio Ficino, Nicolas Flamel, Pico della Mirandola, Cornelio Agrippa, Paracelso, la regina Cristina di Svezia, Giuseppe Francesco Borri, Athanasius Kircher, Isaac Newton, Carl Gustav Jung; tutti nomi che vengono sbrogliati, pagina dopo pagina, in ricchi riferimenti alla storia, alla mitologia e perfino alla letteratura.

Dèi, simboli, rituali, tradizioni. Icone, geroglifici, visioni, rivelazioni, segreti. E negromanti, medici, chimici, astrologi, fisiognomici, chiromanti. Cialtroni e profeti, frodatori e nuovi messia, eruditi e avventurieri. Sovrani assillati dalla ricerca della verità e collezionisti d’ogni sorta di stramberia.Sacerdoti ed eretici, filosofi e santoni, sette occultee confraternite inarrivabili. E biblioteche, pagine enigmatiche, predizioni, falsi oracoli; laboratorî, antri sotterranei, “stillerie”, alambicchi e fornelli.

Nessuna paura. È un testo adatto sia a chi mastica già qualche nozione sul tema sia ai neofiti: il linguaggio, pur essendo molto pertinente, è estremamente facile da comprendere (merito anche delle “note” – in stile brain storming – che occupano la fine di ogni capitolo e che indirizzano i concetti espressi per mezzo di parole chiave). Sulla scia degli “intrugli” alchemici fatti di strani accostamenti e inedite sensazioni, questa storia – tutt’altro che breve ed estremamente condensata – è un’amalgama che sfrutta alcune delle prerogative (già conosciute dall’Ulisse omerico e poi dalla rivisitazione dantesca) più antiche dell’uomo: l’intelligenza dettata dall’insaziabile sete di sapere e la curiosità di spingersi ben oltre ai limiti imposti della natura. Se, come recita un famoso detto orientale, “anche un lungo viaggio deve pur cominciare con un passo”, Breve storia dell’alchimia è un percorso a tappe assolutamente consigliato qualora si voglia instaurare una prima confidenza con un’arte dalle molteplici sfaccettature (e per cui è stato scritto anche molto altro, come delinea la copiosa bibliografia a fine testo).

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