Racconti d’ottobre con Ray Bradbury

Paese d’ottobre è una raccolta di 19 macabri racconti scritti da Ray Bradbury e pubblicati, per la prima volta, nel 1955 da Ballantine Books. Qualcuno, per riprendere le ben più famose Cronache marziane (scritte, sembrerebbe, in contemporanea proprio con The October Country) ha soprannominato quest’opera “Cronache terrestri”. Effettivamente, qui di fantastico c’è ben poco, se non alcuni riferimenti all’inspiegabile. La composizione dell’antologia consta quindici testi appartenenti a una precedente pubblicazione (Dark Carnival, 1947) e altre quattro storie edite invece altrove.

– Il nano
– In coda
– L’oculato gettone da poker di H. Matisse
– Scheletro
– Il barattolo
– Il lago
– L’emissario
– Il sacro fuoco
– Il piccolo assassino
– La folla
– Saltamartino
– La falce
– Zio Einar
– Il vento
– L’uomo del primo piano
– C’era una volta una vecchia
– Il condotto sotterraneo
– Il raduno
– La bella morte di Dudley Stone

La “datazione” dei testi (percepibile nella terminologia) è solo una questione marginale, soprattutto se si considera il mistero totalizzante del loro contenuto. Ovunque, dai momenti di vita quotidiana agli accadimenti più assurdi, si respira un’atmosfera cupa che fa ben intendere l’obiettivo di ciascun racconto: non solo quello di accompagnare il lettore in un mondo “di mezzo” abitato da creature e storie perfettamente amalgamate tra di loro, ma anche di colpirlo con il connubio (riuscitissimo) tra immaginazione e realtà.

La porta d’ingresso era aperta, la pioggia entrava come una nebbiolina sottile.
«È uscita un momentino» disse Juliet, stando lì a scrutare nelle tenebre bagnate. «Tornerà subito. Non tornerai subito, Anna cara? Rispondimi, Anna, tornerai subito, vero, sorella?»
Fuori, il chiusino del condotto sotterraneo si alzò e ricadde con un colpo.
La pioggia sussurrava nella strada e cadde sul chiusino per tutto il resto della notte.

L’autunno che dà ispirazione al titolo non è solamente una stagione – quella che riveste di un’aurea rarefatta ogni cosa -, ma anche un vero e proprio stato d’animo: protagonisti e oggetti acquisiscono una strana forma di inquietudine e si ergono a rappresentanti degli incubi che abitano la mente dell’essere umano.

Vita, morte, come pure amore e speranze disattese, si incontrano all’interno di racconti tutt’altro che semplici. Il turbinio di sensazioni che imprigiona il lettore diventa una giostra – giusto per stare in tema con il Luna Park descritto ne Il nano – da cui è difficile scendere; del resto, se si è letto anche solo Fahrenheit 451, risulta impossibile non rimanere affascinati dalla scrittura di Ray Bradbury: romanziere abilissimo e, con The October Country, “domatore” di storie (brevi) incredibili.

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5 risposte a “Racconti d’ottobre con Ray Bradbury”

  1. Cronache Marziane mi piacque moltissimo ma ammetto di conoscere ben poco le altre opere di Bradbury, oltre ovviamente a Fahrenheit 451. Questa raccolta di racconti sembra molto interessante!

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    1. Lo è! Alcuni testi sono più riusciti di altri, ma se vuoi conoscere il Bradbury dedito anche ai racconti, “Paese d’ottobre” è un buon punto di partenza.

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      1. Ottimo! Lo aggiungo alla lista di libri da leggere!

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  2. […] Bradbury Paese d’ottobre (ne ho parlato qui) L’albero di Halloween (ne ho parlato […]

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